Weekend.

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(a l i n d a)
view post Posted on 15/6/2012, 00:09     +1   -1




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Incredibile a dirsi, ma c’è l’aveva fatta. Era sopravvissuta ad un'altra settimana di scuola. Persino una come lei, dal carattere abbastanza discutibile, non poteva che essere di buon umore. Fu con rinnovata gioia che si vestì lasciando del tutto perdere la divisa, la spilla di Caposcuola appesa ad essa e la borsa di cuoio traboccante di libri. Legò i capelli dorati, ancora corti, in una sottile treccia e indossò jeans scuri sotto una maglia della stessa tonalità dei suoi occhi verdi.
Qualche ora più tardi si apprestò ad uscire dal castello, consolandosi con il pensiero di un’acquaviola ghiacciata, ai tre manici di scopa. Varcò la soglia, udendo già le chiacchiere troppo alte e fastidiose degli studenti, intenti a raccontarsi gli ultimi pettegolezzi. Lanciando occhiate poco amichevoli a chiunque volesse fermarla per scambiare due parole, o per ricevere aiuto nei compiti. Era pur sempre la caposcuola, sebbene non fosse proprio una ragazza studiosa e fissata con le regole, come in genere venivano scelte per l’incarico.
Trovò (non senza una certa fatica) un tavolo completamente vuoto, dove potersi sedere per godere le ore di pace che le erano state concesse. Quando le si avvicinò una commessa, chiese un’acquaviola e pochi minuti dopo eccolo lì, un bicchiere ripieno di uno strano liquido violaceo, pronto per essere bevuto.
Poggiò le labbra sul bicchiere, alzandolo quel tanto da permettere alla sostanza di scendere nella sua gola.
Bevve un piccolo sorso, per poi posare l’acquaviola sul tavolo di legno.

 
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~Annie«
view post Posted on 15/6/2012, 00:48     +1   -1




Finnick Will Stone » Gestore Mielandia
Without you() sheet() dress() code©
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Certo, l'orario di chiusura del negozio era già passato da un bel pezzo, eppure immerso tra gli scaffali si trovava ancora a sistemare alcuni prodotti che erano arrivati in mattinata, dato che nel pomeriggio, sfortunatamente, il negozio si era riempito così tanto che ogni movimento errato avrebbe potuto provocare una catastrofe, e ovviamente questo non se lo poteva di certo permettere no?! Sistemò le ultime scatole di Lumache Gelatinose, già, quelle golosissime lumachine fatte di gelatina dalla consistenza ultramorbida e un sapore delizioso di frutta fresca appena colta... ok sicuramente il tipo non è proprio goloso, ma se gliela metti in questi termini chiunque lo diventerebbe. Lentamente si passò una mano fra i capelli osservando tutt'intorno a se, per poi sorridere quasi compiaciuto. Velocemente saltò oltre il bancone -si certo, fare salti non è la cosa più logica se si vogliono evitare disastri, ma come si dice occhio non vede cuore non duole- e velocemente prese le chiavi del negozio dirigendosi all'uscita, chiudendosi la parta alle spalle assicurandosi che non si aprisse, certo la cosa è abbastanza stupida se la porta è chiusa a chiave. Infilò lentamente le mani all'interno delle tasche facendo ricadere le chiavi all'interno di quella destra. L'aria fredda iniziava a soffiargli sul volto, procurandogli dei tagli invisibili sulla pelle scoperta. La sensazione di rivivere i momenti in cui ancora era studente a Hogwarts era forte, anche se molti dei ricordi sfortunatamente continuavano ad andare avanti e indietro a causa della sua povera mente messa non troppo bene. Ora, qualcosa lo stava attirando verso un locale molto conosciuto, a dire la verità un locale dove passava tre o quattro volte la settimana dopo il lavoro, quindi come si dice? Uno di famiglia lo era diventato di certo. Fortunatamente i Tre Manici di Scopa era solo a pochissimi minuti dal negozio, quindi subito i suoi occhi si posarono sulla porta del locale. Prima d'entrare si infilò in bocca un' ape frizzola che aveva "fregato" dal bancone, mentre lentamente iniziava a sospingere la porta d'entrata -Ah, odore di casa- SI , ovviamente era solamente un sussurro, solo per le sue orecchie, mentre con lentezza si dirigeva verso uno dei tavolini più esposti alla luce, non prima ovviamente di aver salutato il proprietario e l'unica cameriera che era li in quel momento. Pochi secondi che quest'ultima si piazzò proprio davanti a lui per l'ordinazione; mordendosi appena le labbra posò il suo sguardo sulla ragazza -Portami pure un bicchiere di rum di ribes rosso, grazie dolcezza- Ovviamente mancava l'appellativo giusto. La osservò allontanarsi dietro il bancone, iniziando ad osservare con la coda dell'occhio l'intero locale, anche se ormai lo conosceva abbastanza bene.

Many people are like that: ignorant and scared. And here there is no remedy. You can only educate them ... or kill them.



 
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(a l i n d a)
view post Posted on 17/6/2012, 19:30     +1   -1




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Avvicinò per altre due volte il bicchiere alle labbra, prima che il liquido all'interno finisse. Il locale, nel frattempo, non aveva fatto altro che riempirsi. Studenti e non lo occupavano, senza minimamente preoccuparsi di utilizzare un tono di voce più basso, o almeno nei limiti della decenza. La maggior parte del tempo, tra impegni e tutto il resto, aveva la testa da altre parti e di certo non dava poi tanto peso al vociare perenne degli studenti del castello. Ora che era lì solo ed esclusivamente per starsene in pace, cominciava a notare la cosa.
Quindi, riemettendo il cappotto scuro, si apprestò ad avvicinarsi al bancone per pagare. Poggiò alcune monete sulla superficie liscia, senza sentire il delicato tintinnio che esse producevano se urtate contro il legno a causa del troppo rumore.
Si girò, alquanto infastidita da se stessa per non riuscire a sopportare un po' di sano caos e urtò inavvertitamente un tavolino. Non fece grossi danni né al ragazzo seduto né al tavolo, ma era sicura di essersi procurata un bel livido sul fianco sinistro. Imprecò, senza preoccuparsi di rendere la sua voce un sussurro. Tanto dubitava che qualcuno riuscisse a sentirla.

scusa lo schifo-post D:


 
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2 replies since 15/6/2012, 00:09   49 views
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