Helen era comodamente appoggiata sul davanzale di una delle molteplici finestre presenti lì nel castello, sì, di quelle fatte a mo di vetrate di una chiesa babbana, di quelle cui i fantasmi si divertivano ad attraversare, per spaventare i passanti.
Non pioveva no, però dal vetro si poteva notare che una nuvola di nebbia, scura e minacciosa, circondava le mura della scuola; la giovane serpeverde adorava la pioggia, o il nero, o l'umido, o insomma, qualunque cosa fosse non soleggiato o che potesse ricordare qualcosa di felice. Avvicinò i polpastrelli al vetro dipinto, ritirandole dopo poco, avvertendo un gelido percorrerle la mano appena ottenuto un contatto con quella parete. Sul suo volto apparve un sorriso beffardo, compiaciuto e allo stesso tempo apparentemente stralunato per tutti coloro che intorno, potevano notare la faccia di Helen. Dopo pochi minuti, ormai annoiata da quella fredda parete, si allontanò, guardando distrattamente alcuni quadri appesi qua e là, giocare a carte, o bere, o parlare di chissà cosa in chissà quale lingua. Era una giornata piacevole, quella lì.
La ragazza non aveva alcuna intenzione di andare a lezione, per principio, voleva prendersela comoda, girovagare per il castello e farsi una passeggiata nelle zone solitamente 'proibite' per loro studenti, o meglio proibite per coloro che non avevano il coraggio di recarvisi; già, perché lì ad Hogwarts non c'era mai veramente stata una così tanta attenzione a quelle cose, non c'erano così tanti controlli… Il tempo scorreva, e la folla accanita di ragazzini che si affrettavano per raggiungere le aule andava diminuendo.
I passi di Helen erano leggeri, fin quando non si fermò per appoggiarsi ad un muretto ed osservare la folla lì presente; un sorriso apparve sul suo volto, notando una scena piuttosto monotona, che tutti i giorni avveniva, prima a quella serpeverde, e poi a qualcun altro, che evidentemente come la ragazza, non aveva voglia di parlare. Un tassorosso, questa volta, solitamente quelli a stare fra i piedi erano i grifondoro.. Helen osservò la scena in silenzio, conosceva la ragazza, era nel suo dormitorio, ma non aveva la più pallida idea di come si chiamasse.